Lettera del Governatore del Distretto 2071 di Settembre 2017

Cari Amici Rotariani,
nella speranza che le vacanze siano state per tutti voi serene, riprendiamo il nostro percorso comune.
Settembre è il mese dell’alfabetizzazione e della educazione di base. Ma settembre è anche il mese nel quale i Club cominciano a dare attuazione ai loro programmi, sulla base delle linee programmatiche da tempo definite. Il tema dell’educazione ci coinvolge da diversi punti di vista.
Innanzitutto, come impegno verso le nuove generazioni, e con particolare riguardo ed attenzione verso i giovani del Rotaract e dell’Interact. Senza alcun cedimento ad una retorica di taglio paternalistico, i giovani non sono né il nostro futuro né il nostro presente. Sono, molto più semplicemente e realisticamente, una nuova generazione, portatrice di una cultura “altra”, di una diversa visione del mondo, di valori vissuti diversamente. Ma condividono con noi alcuni valori, che sono il portato del Rotary. Vanno, dunque, affiancati ed aiutati a sviluppare le loro potenzialità.
L’educazione è, però, anche un processo continuo di formazione per noi stessi: per conoscere meglio, per approfondire, per consolidare i valori che ci hanno avvicinato al Rotary e che ci consentono di vivere il Rotary. Di etica e leadership abbiamo già parlato: sono il filo conduttore dell’essere rotariani.
Ma di questi temi torneremo ad occuparci a settembre, quando cominceremo a dialogare con i nuovi soci per rafforzare il loro senso di appartenenza e cercheremo di rendere più forte il legame, il “filo rosso” che lega, deve legare, i nuovi ai vecchi soci, il collante che garantisce più ancora che la tenuta dell’Effettivo il suo sviluppo la sua crescita. Il dialogo è, credo, la chiave migliore per veicolare certi valori, per farli penetrare in profondità, per renderli davvero sentiti e condivisi. Purché sia chiaro che l’etica non equivale al moralismo (una forma di “stupidità”, secondo Filippo Turati) e che si intenda bene il concetto di leadership, se si condivide l’opinione che “agli altri…non si può comandare che servendoli” (Giovanni Gentile, Discorsi di religione). Servire, appunto. Servire al di sopra di ogni interesse personale: ecco il Rotary. E proprio da questo punto di vista, il Rotary può e deve fare “una” differenza: non solo al suo interno, ma anche in proiezione esterna, verso la società civile. Perché se fa “una” differenza, se rende percepibile questa differenza, se la rende appetibile, allora il Rotary diventa attrattivo. Per questa via, il dialogo con i giovani diventa una sorta di investimento, dato che i giovani chiedono dialogo per verificare i propri dubbi e mettersi alla prova, purché non avvertano un minimo sentore di paternalismo. Per la stessa via, i nuovi soci possono verificare e mettere alla prova le loro aspettative, mentre i soci “anziani” possono ritrovare o consolidare le loro motivazioni rotariane: ed allora l’Effettivo diventa un corpo in continuo divenire, un’entità che si sviluppa e cresce legando le diverse generazioni su valori ed obiettivi comuni e condivisi. Gli obiettivi: perché non basta parlare di Rotary. Bisogna fare Rotary, fare servizio. Il senso dei Seminari che sono in programma, da settembre a novembre, ha questa aspirazione. Di invogliare, stimolare i Club e tutti i rotariani ad operare, a dare realizzazione ai progetti pensati e prospettati nei piani strategici, ad aprirsi alle collaborazioni ed agli scambi, per far evolvere il Rotary, per fare, sempre, “una” differenza.
Con l’intento di poter riprendere a breve, insieme ed in concordia, il nostro percorso, vi saluto con amicizia

 

Giampaolo Ladu
DG 2071