Carissime Amiche ed Amici Rotariani,
siamo ormai nel pieno del secondo semestre, avviati verso un insieme di appuntamenti intesi a sviluppare e concludere gli impegni assunti. Molto resta da fare. Dedizione, cioè fatica; passione, cioè piena e convinta adesione ai valori del Rotary; condivisione, cioè capacità di servire, sempre, senza cedere alle difficoltà, ai momenti di sconforto: sono questi gli “ingredienti” che possono, devono, segnare il nostro essere rotariani.
Febbraio è un mese che nel calendario rotariano richiama e sottolinea questi temi, sotto un duplice profilo. Intanto, perché il 23 febbraio si celebra il compleanno del Rotary, che propone con orgoglio ormai da 113 anni il suo messaggio, da sempre orientato a “servire”. In secondo luogo, perché questo è il mese della comprensione e della pace mondiale. Tempi difficili, quelli attuali, in bilico su venti di guerra, potenziali conflitti, conflitti effettivi e sanguinosi.
Fare Rotary, allora, è appunto servire, operare concretamente per i valori del Rotary: non solo in poche circostanze rituali, ma come stile di vita, come scelta costante, come testimonianza di un modo di essere. Il 23 febbraio, insomma, dovrà essere celebrato da tutti i Club non in maniera formale, ma con un preciso senso di appartenenza che solo la condivisione di valori, se davvero sentiti, può dare. È la storia del Rotary che si conferma e chiede di essere proiettata nel futuro. Di un Rotary il cui compito è “making a difference”, ad affermare la sua unicità nella sua capacità di leggere i problemi, proporre soluzioni, perseguire i suoi obiettivi. E, pertanto, il compito di ogni rotariano è marcato da questa prospettiva.
Vale la pena di ricordare che il Rotary Day trova un’eco mondiale alle Nazioni Unite, dove si celebra la visione comune che le due Organizzazioni condividono in riferimento alle attività umanitarie che il Rotary e l’ONU sviluppano in tutto il mondo nel contesto del tema di quest’anno, che non a caso è “Peace: making a difference”.
La pace è, come ricordato, il tema del mese. Pace come prevenzione e risoluzione dei conflitti, mediazione delle troppe tensioni che alterano i rapporti tra Stati. Ma credo valga la pena di andare oltre certi schematismi fin troppo abusati, per arrivare ad una chiave di lettura più ampia e, forse, più feconda. Certo in linea, in piena coerenza con la visione rotariana. E lo faccio con le parole di un grande filosofo, Spinoza (Trattato teologico-politico): “La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia”. Parole nelle quali ogni rotariano, credo, possa riconoscere l’essenza del Rotary.
Ma il Rotary, come più volte sottolineato, è cultura, in un binomio inscindibile. Gli eventi distrettuali finora realizzati hanno cercato di rispondere a questa chiave di lettura. I prossimi impegni avranno ancora questa impostazione, a valorizzare l’approccio rotariano alla cultura, nel solco dei grandi rotariani che hanno segnato la nostra storia.
Con l’auspicio di un proficuo lavoro insieme, vi saluto in amicizia.
Giampaolo Ladu
DG 2071