Carissimi Soci Rotariani,
parlare di Effettivo vuol dire parlare dell’esistenza stessa del Rotary. Senza i suoi soci, il Rotary non esisterebbe.
Se Paul Harris non avesse trovato, nel tempo, una aggregazione umana significativa, sarebbe rimasto solo un buon idealista, un intellettuale di livello ma non il leader, il fondatore ed il capo di una importante organizzazione umanitaria mondiale dedita al Servizio verso il prossimo, alla pratica di importantissimi valori sociali, alla crescita civile e culturale, alla convivenza umana nelle diversità, alla condivisione in amicizia fra persone che non si conoscevano.
Ma il Rotary esiste, è una realtà mondiale ed ha ragione e motivo di esistere e, altresì, di credere nel suo futuro.
Il Rotary è oggi un grande network di persone, di tecnologia on line, di incontri fisici periodici, una struttura logistica globale, una potenza organizzata in quasi tutti i paesi del mondo, che avvicina ed integra visioni e culture diverse, situazioni e comunità le più disparate, le più lontane.
In questo network, in questo hardware, il Rotary porta e fa transitare progetti di servizio, idee, cultura, stile di vita, innovazione, condivisione ed amicizia. Un software di valori di cui l’esistenza dell’uomo, l’uomo moderno e non quello del passato, non può fare a meno se si crede in un futuro di civiltà e progresso, di globalizzazione, di convivenza civile e di pace.
Per tutto questo il Rotary ha potenzialità di crescita nell’azione e nella comunicazione e quindi potenzialità di crescita nell’effettivo. Ed il Rotary crescerà.
I Rotary Club hanno qualità di persone, nel carattere e nella professione, e godono di un’elevata immagine sociale.
La connotazione mondiale e quella locale generano un importante appeal per poter offrire l’ammissione a nuovi soci.
Ma non è tutto oro quel che luccica !
Insieme a questa positività, il Rotary ha il difetto di perdere soci per strada.
Non sempre è bravo a mantenere il suo effettivo, almeno esaminando lo scenario italiano ed europeo.
Perché ci sono abbandoni ? Spesso sono fisiologici ma altrettanto spesso sono immotivati.
Si parla addirittura di una crisi che colpisce al terzo anno di appartenenza.
La risposta al problema sta in una scelta di nuovi soci che sia ben meditata e valutata ma sta anche e soprattutto in una maggiore formazione rotariana e in un più ampio coinvolgimento del nuovo socio.
I nuovi soci: che partecipino, che si esprimano, che facciano relazioni, che assumano incarichi. Ne deriverà una graduale comprensione ed una crescita di entusiasmo e di passione verso l’essere rotariano e il fare del Rotary.
E se ci vogliamo preoccupare dell’effettivo, guardiamo di rintracciare donne impegnate e giovani. Le prime si stanno sempre più affermando nell’universo lavorativo. I secondi anche per un ricambio generazionale.
Osserviamo i giovani leader nella società civile e nel mondo professionale, quelli partecipanti ai Ryla e poi, soprattutto, i soci del Rotaract. Quindi noi guardiamo i rotaractiani per passare a loro valori ed esperienze ma anche loro guardano noi per una valutazione critica di ciò che, nei Club del futuro, deve essere mantenuto o può essere innovato. Valutiamo assieme per salvare i pilastri della tradizione validi nel futuro ma anche per aprire ai possibili cambiamenti di forma e di funzionalità.
Massimo Nannipieri
DG 2071