Lettera del Governatore del Distretto 2071 di Luglio 2016

a-vignani

Cari Amici, intanto un amichevole e affettuoso saluto a tutti voi.
E’ con questa prima lettera, ma anche con il massimo rispetto, che mi accingo ad iniziare il mio percorso ufficiale di Governatore del Distretto 2071 che, nonostante la sua recente nascita, vanta grandi tradizioni rotariane ereditate dall’indimenticato Distretto 2070.
Come ho avuto modo di dire ai partecipanti alle riunioni distrettuali già tenute in preparazione di questo anno, impronterò il mio mandato sulla semplicità aspetto questo che si identifica bene con il mio carattere e il modo di essere. Questo però non vuol dire debolezza e neppure accettazione passiva di comportamenti e atteggiamenti protagonistici e personalistici incoerenti rispetto ai principi rotariani ed in primis al motto di “agire al di sopra di ogni interesse personale”. Mi ritengo infatti un rotariano della tradizione però molto ben disposto all’innovazione purché questa rappresenti una vera crescita positiva del Rotary alle mutate esigenze della società. Il Rotary opera nella società e a questa deve adattarsi ma non può, in nome di queste, perdere la sua identità. Ed è proprio su questo principio adottato dalla pratica aziendalistica delle “Corporate Identity”, da me fortemente condiviso con l’Istruttore Distrettuale PRID-PRIT Gennaro Maria Cardinale, che ho ritenuto necessario basare l’azione informativa e formativa verso dirigenti di Club affinché essi stessi fossero poi in grado di divulgare, in modo convinto e convincente, i principi di quel Rotary vero e reale, basato sull’amicizia rotariana, sulla conoscenza delle regole, sul rispetto e la condivisione dei valori assoluti quali l’etica, la leadership e con l’orgoglio di appartenenza ad una grande Organizzazione. Così facendo non avremo limiti se non quelli che noi stessi ci poniamo peraltro sempre più alti e nobili e che la nostra storia ci ha permesso di conoscere ed apprezzare nel corso di ben 111 anni di esistenza. Sono tuttavia consapevole delle difficoltà che serpeggiano ormai da tempo in tutte le forme associative organizzate e quindi avverto maggiormente il senso di responsabilità legato al mandato che il Distretto mi ha assegnato ma sono nel contempo fiducioso, perché è proprio in un quadro generale così incerto e preoccupante che si avverte da parte di tanti, per non dire di tutti, la necessità di avere punti di riferimento certi e valori umani elevati. Il Rotary li ha avuti, li ha e li avrà sempre pena la perdita della propria identità e quindi la fine di quel sogno nobile e diverso che ebbe il nostro fondatore.
Oggi si discute molto su cosa si debba e si possa fare per valorizzare ed incrementare la nostra azione. Si parla infatti di molte iniziative in termini di programmi e di progetti, anche molto ambiziosi oltre che importanti, ma questo non può che coinvolgere il nostro corpo sociale e ci pone il sentito problema del servizio e dello sviluppo dell’effettivo. Al riguardo ritengo, come già più volte riferito, che sebbene la crescita quantitativa sia un elemento assolutamente logico e necessario nello sviluppo di un’Associazione di persone, questo non possa e non debba condizionare i requisiti qualitativi che hanno sempre caratterizzato la scelta del socio. Sono anche convinto che la qualità favorisce di per sé l’azione rotariana e proprio da questa qualità possiamo ottenere, senza molte difficoltà, crescita di soci e contemporaneamente mantenimento dell’effettivo esistente. E’ importante attivare questo circolo virtuoso affinché attraverso una buona azione rotariana i soci si sentano coinvolti e motivati mantenendo così la loro affiliazione per sincera convinzione ma al tempo stesso le buone attività rotariane, se fatte conoscere all’esterno, non potranno che favorire nuove affiliazioni, che concordo, debbano privilegiare e con la dovuta intelligenza, giovani e donne.
Al riguardo ricordo che per fare buon Rotary bisogna conoscerlo e condividerne valori e finalità e per questo ho ritenuto basilari sia la cultura che la formazione come elementi imprescindibili su cui costruire le molteplici attività del Rotary. Ma la conoscenza del Rotary non è così semplice e scontata perché, oltre ad una buona predisposizione al servizio, occorre conoscerlo nella sua struttura, organizzazione, funzionamento e condividerlo nei suoi valori e finalità. Per questo sollecito tutti i soci non solo ad una partecipazione più attiva e convinta all’interno dei propri Club ma anche verso il Distretto che non deve più essere considerato come qualcosa di lontano e burocratico verso il quale manifestare indifferenza e distacco, ma una realtà vicina e partecipe alla vita dei Club, alla soluzione dei problemi e al miglioramento delle attività rotariane. Dobbiamo quindi vincere quel senso di sfiducia e di pigrizia che ci condiziona e ci impedisce talvolta di vivere bene e con il giusto spirito il Rotary sforzandosi, se necessario, nel partecipare attivamente alle riunioni distrettuali e divenendo protagonisti della vita rotariana e futuri dirigenti del Rotary. Confido molto nel lavoro di squadra e vi esorto tutti a riflettere su questo concetto assolutamente necessario che valorizza il risultato complessivo pur consentendo a ciascuno di noi di mettere in evidenza le nostre migliori qualità.
Dobbiamo essere tutti esempi dei più alti valori rotariani applicandoli costantemente sia nella vita rotariana che in quella professionale di tutti i giorni ed io per primo, proprio perché rappresento tutti voi, dovrò dimostrare di meritare questo privilegio.
Alcuni aspetti del mio programma che ho riferito all’assemblea li ho già detti ma è meglio ricordare due ulteriori punti per me importantissimi, il primo è la Fondazione Rotary che come sapete quest’anno compie 100 anni e questo ci impone un impegno particolare: dobbiamo conoscerla, capirla e celebrarla in modo adeguato perché non solo faremo del bene alla Fondazione, ma soprattutto a noi stessi che ne siamo gli unici soci. Dobbiamo quindi assecondare, per quanto possibile, le indicazioni del Presidente Internazionale John Germ, grande esperto di Fondazione, che ci esorta a dar vita ad eventi particolari e a favorire le donazioni con un contributo straordinario chiedendo 26,5 $ per ogni socio. Tra i programmi della Fondazione vi ricordo il programma “End Polio Now” assolutamente importante ed attuale nonostante sia attuato da oltre 30 anni, ormai ci dicono che i casi sono ridotti a pochi ed in soli due paesi, peraltro con guerre in atto, che ne impediscono il completamento delle vaccinazioni. Per questo qualcuno pensa che sia giunto il momento di abbandonare e/o ridimensionare questo programma che ha realizzato risultati impensabili per l’umanità ma gli esperti ci dicono che è equivoco parlare di eradicazione della Polio perché malattia endemica e proprio per questo si pone il problema di cosa succederebbe se noi chiudessimo il programma. Potremmo infatti rischiare in pochi anni, anche per effetto della mutazione del virus e per le crescenti migrazioni, che i figli dei nostri figli debbano dover combattere nuovamente con questo flagello. Vi esorto quindi a considerare l’opportunità di non abbassare la guardia sul tema.
Il secondo punto per me essenziale sono le attività verso i giovani in tutte le forme che da sempre ne caratterizzano l’attenzione del Rotary. I nostri padri rotariani sono stati molto lungimiranti vedendo nei giovani e lavorando con i giovani non tanto il futuro quanto il presente e noi, oltre che esempio verso di loro, dobbiamo dimostrare di meritare la loro vicinanza e la loro condivisione attraverso una sincera e costruttiva partecipazione a tutte le loro attività.
Concludo riportando una riflessione di Paul Harris che scrisse “gli sforzi individuali possono diventare esigenze individuali, ma gli sforzi condivisi dovrebbero essere dedicati al servizio dell’umanità. Il potere della condivisione non conosce limiti”.
Cari amici per questo obiettivo dobbiamo riconoscerci tutti nel pensiero ponendoci “al servizio dell’umanità” in modo condiviso, convinto e disinteressato.
Buon anno rotariano a tutti noi.

Alessandro VIGNANI
DG D.2071